Kartik Chondro e Happy Rani non sono cristiani ma induisti, fanno parte di quella piccola minoranza
bangladese non musulmana. Kartik vive Roma, fa il lavapiatti in un ristorante del centro.
La notte del 29 ottobre scorso mentre raggiungeva la fermata del notturno che lo portava a casa dopo una
giornata di lavoro, una decina di estremisti di destra lo hanno aggredito e pestato a sangue, rompendogli
tutte le ossa del volto. Forse si è trattato di un bangla tour, così il gergo xenofobo descrive le ronde mirate
ai bengalesi – i più deboli fisicamente tra gli immigrati.
Resta che erano tredici contro uno quella notte, e che per terra e’ rimasto Kartik, che non arriva a 50 chili.
Ma la tempra e la voglia di vivere non vanno a peso, e lui ce l’ha fatta. Si è rimesso, è tornato al lavoro dove
i colleghi lo aspettavano – a cominciare da Mossad che non lo ha mai lasciato -; a chi, come no, gli ha
chiesto come poteva essere d’aiuto, ha risposto che voleva solo ritrovare la moglie.
E così Happy, superando tante difficoltà e’ arrivata e ha reso anche il nostro Natale più ricco.
Accoglierla ha voluto dire di superare confini, credenze religiose per affermare che Roma e’ una città aperta
e accogliente. E che noi, noi del PD non smetteremo di lottare perché lo resti. Benvenuta Happy.
Fabrizia Giuliani